Dal 23 gennaio (ore 20,45) con repliche fino al 27 arriva alla Sala Verga del Teatro Stabile di Catania NOZZE DI SANGUE di Federico García Lorca, uno dei titoli più folgoranti della storia del teatro del Novecento Europeo dice Lluís Pasqual, massimo esperto di Lorca che firma adattamento e regia.
La rilettura del capolavoro del poeta andaluso proposta dal 72enne regista catalano, accentua l’aspetto poetico dell’opera abbandonando ogni naturalismo e concepisce una messa in scena che intreccia prosa, danza e canto affidandosi sull’eclettiche doti e capacità di un’artista del calibro di Lina Sastri che ricopre il doppio ruolo di madre e sposa.
Il lavoro si presenta come uno spettacolo di flamenco con sedie in cerchio e tutti gli attori presenti per l’intera durata. Tre musicisti accompagnano parole, canti e danze.
“Nozze di sangue – scrive Lluís Pasqual nelle note di regia – uno dei titoli più folgoranti della storia del teatro del Novecento europeo, non è altro che la ‘cronaca di un fatto di vita’ raccontato da un poeta. Così come sessanta anni dopo Koltès rimase colpito dalla fotografia di un delinquente in un manifesto attaccato dalla polizia su un muro della metropolitana di Parigi e da questo fascino ne uscì un capolavoro di grande poesia come Roberto Zucco, così successe con Lorca nel 1934”.
“A pochi chilometri da Granada – prosegue il regista – in una campagna arida, durante una festa di matrimonio, la sposa fugge con un lontano parente. Lo sposo tradito li perseguita con un gruppo dei suoi e si arriva a coltellate e morti. La notizia appare sui giornali e nella mente del poeta fa un viaggio profondo e scuro e il suo racconto dei fatti è diventa un urlo contro qualsiasi convenzione nel campo dell’amore e un grido di libertà nel seguire la passione che brucia due cuori e due corpi in una stessa fiamma. Nel viaggio del racconto ha creato due personaggi enormi, due vittime, due donne: la fidanzata e la madre. Quelle che restano e che dovranno trascinarsi a vita il dolore e le ferite che procedono dal così detto ‘cainismo’ spagnolo: fratello contro fratello, divisi fino alla morte”.