Chiara Ferragni messa alla gogna. Anche l’azienda delle Cartiere Paolo Pigna Spa interrompe il rapporto commerciale con le aziende collegate all’influencer. Non sarà che adesso si sta un pò esagerando? Qual è il vero intendo di Pigna?
Dopo il caso Balacco, la consecutiva multa dell’Antitrust e l’indagine aperta dalla Procura di Milano per truffa aggravata, sembrerebbe che un effetto a catena si stia scatenando su Chiara Ferragni. L’influencer non ha negato i propri errori, pagherà per quanto ha fatto e di certo sta provando a rimediare. In pochi al suo posto avrebbero quantomeno chiesto scusa. Sarà stata una tattica mediatica, sarà sincerità, ma di certo, non sarà l’interrompere i contratti commerciali con la stessa, a farle capire l’errore commesso.
Pigna ha interrotto ogni tipo di rapporto commerciale con l’influencer ed ha giustificato il tutto con schiettezza e coerenza.
“Nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi. La collaborazione è stata di natura unicamente commerciale e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio”.
Basta collegarsi al sito https://www.pigna.it/ per notare l’errore 404 non appena si avvia la ricerca sui prodotti della Chiara Ferragni Limited Edition. Non si comprende bene se si stia strumentalizzando sull’accaduto, minando la persona e l’azienda dell’influencer. Questa volta però, la Ferragni non rimane all’angolino. Difatti, La Fenice srl (società che gestisce i suoi marchi) rompe il silenzio e, in riferimento alla pubblica dichiarazione di Pigna, dichiara: “E’ stato un comportamento illegittimo e strumentale. L’illegittimità della decisione di Pigna è stata aggravata dalla scelta dell’azienda di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione del rapporto di partnership; una scelta evidentemente strumentale e contraria al dovere di buona fede nell’esecuzione del contratto. In questo contesto, Fenice si riserva di agire nelle sedi più opportune a tutela dei propri interessi. Fenice ritiene strumentale il riferimento al codice etico anche in considerazione di una dichiarazione resa ai media in data 23 dicembre 2023 dall’Amministratore Delegato di Pigna, che aveva definito la collaborazione proficua e soddisfacente”.