La festa di Sant’Agata è da secoli prova di incancellabile devozione religiosa; e Catania, dal 3 al 5 febbraio, si consacra alla Santuzza con esaltante partecipazione popolare. Per tre giorni la città non si riposa. La folla bianca indossa “sacchi” e “scuzzetta”, si muove incessante dappertutto, riempie le strade e le piazze, si fa protagonista di una festa religiosa vissuta nello scenario urbano e monumentale.
Un momento molto sentito della ritualità festiva è l’omaggio floreale del 5 febbraio, quando la processione con il fercolo, cioè con il busto reliquiario, fa il “giro interno” e, in via Etnea, sale da porta Uzeda verso piazza Stesicoro, passando davanti a Palazzo Minoriti, sede storica della Provincia ora Città metropolitana.
All’ingresso di Palazzo Minoriti, luogo in cui si respira la storia della città e dei suoi processi storici e sociali – il sindaco metropolitano dona un fascio di fiori al passaggio della processione e simbolicamente rapporta il potere civico al sacro.
Al riguardo il sindaco metropolitano Enrico Trantino ha sottolineato che l’omaggio floreale “è un momento cha anima di valore la festa della nostra amata S. Agata, una solennità civica e commemorativa in senso religioso. I fiori offerti parlano il linguaggio della devozione e simbolicamente comunicano che la Santuzza è tra noi e respira l’afflato di chi innalza al Cielo le sue preghiere”.
Il sindaco metropolitano, in merito alla più importante festa cittadina, ha aggiunto: “È fondamentale che questa festa, così radicata nella nostra tradizione, non venga strumentalizzata o usata per fini diversi da quelli di devozione e coesione sociale. Come sindaco, mi impegno a garantire che l’organizzazione degli eventi legati a Sant’Agata rispetti appieno la legalità e che la festa sia un momento di unione e riflessione per la nostra comunità. La legalità è un valore irrinunciabile, e Sant’Agata deve essere vissuta con rispetto e senso di responsabilità da parte di tutti.”