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Realtà virtuale? Il problema degli adolescenti sono gli adulti, ecco perché

Realtà virtuale? Il problema degli adolescenti sono gli adulti, ecco perché

Viviamo in un epoca in cui siamo costantemente connessi in una vita virtuale e parallela senza renderci conto di quanto realmente viviamo disconnessi dal mondo reale. Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, ha trattato questa problematica nel suo libro “Sii te stesso a modo mio”.

A puntare i riflettori su questa società offuscata dall’onnipotenza di internet è Matteo Lancini, psicologo, psicoterapeuta e docente presso il dipartimento di psicologia dell’Università Milano-Bicocca. Lui sottolinea quanto il vero problema consista nella fragilità adulta. Sono i genitori e gli insegnanti ad istruire i ragazzi ed a immetterli nella società, ai giorni d’oggi dovrebbe essere semplicissimo il dialogo ed il confronto tra le due generazioni eppure, si evince un enorme difficoltà per i genitori e gli insegnanti nel comprendere e affrontare le caratteristiche dei giovani cresciuti in una società iperconnessa. Questi bambini / adolescenti crescono con un vuoto identitario, non possono esprimere davvero i loro sentimenti, e dall’altra parte sentono un’assenza di prospettive future.

Spesso si sta ad una tavola durante una cena e ragazzi e adulti chattano anziché parlare tra di loro, fotografano la pietanza, la condividono sui social, ambiscono ad un alto numero di follower e like. Dinanzi ad un monunumento anziché osservarlo e apprenderne la storia che lo caratterizza, lo si fotografa.

Non ci si chiede più com’è andata la giornata, come ci si sente, internet è diventato la società, con conseguenze significative non solo sui giovani ma anche sugli adulti. Vivere in una società virtuale dove apparire è più importante di essere ha fatto si che anche nel mondo dell’istituzione scolastica si siano create problematiche che ricadono, inevitabilmente, sulla formazione della personalità del bambino / adolescente.

La vita scolastica di questi ultimi è gestita dai genitori attraverso i gruppi WhatsApp.

Questa pratica sottolinea la distorsione della realtà vissuta attraverso gli schermi, piuttosto che nella realtà stessa: “Al vice ministro della Giustizia del precedente governo l’avevo detto, va vietato l’ingresso dei cellulari a scuola, anche agli adulti però. Genitori e insegnanti continuano a fare foto e video a ogni festa di fine anno o di Natale, ma si continua a dire che il problema ce l’hanno i ragazzi, mentre la società intera banchetta sui social. I consigli di classe ormai non si fanno più in presenza, ma nei gruppi Whatsapp delle mamme. I gruppi Whatsapp dei genitori vanno chiusi. Chi oggi governa le scelte dei giovani sono i coetanei famosi sui social, che assumono quindi un ruolo educativo”. Questa la triste verità espressa da Lancini.