Oggi 8 marzo 2024 come dal 1921, quando si è stabilita questa data come ricorrenza definitiva, si celebra la Giornata internazionale della Donna.
In breve, vi spieghiamo da dove ha avuto origine questa ricorrenza.
La prima significativa mobilitazione femminile si verificò l’8 marzo del 1914 in Germania, con l’obiettivo di ottenere il suffragio universale. Un altro evento importante si svolse nel 1917, quando le lavoratrici di Pietroburgo organizzarono una protesta per richiedere il ritorno dei soldati dal fronte e cibo. Nel 1921 le donne comuniste italiane istituirono la Giornata dell’8 marzo, che fu però proibita durante il ventennio fascista. Fu ristabilita nelle aree liberate già nel 1945 e a partire dal 1946, divenne una celebrazione nazionale in Italia, simbolizzata dal fiore della mimosa, un fiore diffuso e soprattutto disponibile gratuitamente in natura.
Nel tempo questa ricorrenza ha assunto una valenza sempre più commerciale, qualche anno fa sembrava essere identificata come una serata di “libera uscita” in separate sedi di uomini e donne. Un “liberi tutti” che fortunatamente è in retro-tendenza, grazie ad una cultura di sensibilizzazione più diffusa.
L’8 marzo non è una festa.
Cosa c’è da festeggiare?!?
L’8 marzo è una giornata di commemorazione, purtroppo.
Una giornata per ricordare le donne che hanno lottato per la parità dei diritti, e le vittime della violenza di genere.
Sono 24 le donne uccise da inizio 2024 ad oggi, nel 2023 sono state uccise 120 donne, 64 di queste vittime sono state ammazzate dal partner o da un ex. Negli ultimi 4 anni sono aumentate le violenze sessuali, come risulta dal report “8 marzo. Giornata internazionale dei diritti della donna. Donne vittime di violenza” realizzato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale. I dati emergono dalle denunce raccolte, rappresentano dunque, soltanto un “affioramento di un sommerso” problema di dimensioni più ampie.
Noi di Gaglioweb.it siamo andati alla Questura di Catania, per l’inaugurazione della “Stanza rosa”, uno spazio destinato a creare un ambiente protetto, che verrà utilizzato dalle Forze dell’Ordine per l’audizione di donne, minori e delle altre vittime che rientrano nell’ambito della violenza di genere e domestica. La “Stanza rosa” , realizzata secondo le linee guida contenute nelle convenzioni internazionali, è adibita per l’espletamento delle attività richieste dal cosiddetto “Codice rosso”, consente alla vittima di sentirsi accolta e rassicurata nel denunciare i fatti drammatici, grazie all’ambiente dagli arredi confortevoli.
A Catania, riferisce alle telecamere il Questore Giuseppe Bellassai, nel corso dell’ultimo anno le segnalazioni per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori sono state 1034, segno di una maggiore propensione a denunciare.