Con la prima tappa del Tour del Premio Strega 2024 a Catania, la nostra città si conferma – per il secondo anno – grazie al Catania Book Festival, una città che accoglie e aderisce con entusiasmo agli eventi culturali.
Solo il 39% degli italiani legge libri e la maggior parte dei lettori ha meno di 24 anni. Se da un lato al Sud la percentuale dei lettori è ancora più bassa, è vero però che questa percentuale è costituita da un target di giovani e giovanissimi, che legge tanto e desidera confrontarsi sui social, come in presenza, in merito ai messaggi culturali assimilati dalla lettura.
La voglia di confronto e condivisione si evince dai dati, ma senza scendere troppo nei dettagli, basta vedere quanto il fenomeno abbia preso piede sui social, ormai da anni, digitando il tag #booktok, bookstagram, Booktube… e tutti gli altri hashtag affini. Che si tratti di Ebook, Audiolibri o il tradizionale libro cartaceo, sui social, giovani e meno giovani si prodigano in un tam tam per suggerirsi nuove letture, aprire dibattiti, recensire, creare vere e proprie comunità, che sempre più spesso trovano ospitalità in libreria, in una presentazione, o un evento di bookclub un confronto di presenza. Non sono poche le librerie, che contattano ‘influencer’ per avvicinare i ragazzi invogliandoli alla lettura e all’acquisto dei libri.
Durante la prima tappa del Tour dello Strega, che si è svolto a Catania il 20 aprile scorso, presso il Monastero dei Benedettini – Facoltà di Lettere, abbiamo incontrato Martina Asero scrittrice e content creator su YouTube, noi di Gaglioweb.it ci siamo confrontati con lei sul tema culturale, ve la presentiamo con questa intervista.
Chi è Martina Asero?
Sono una persona a cui interessano molte cose. Sono un’autrice; i miei libri sono pubblicati da vari editori, fra cui due siciliani: Nous, per cui è uscito il romanzo breve “Quello che resta” e Villaggio Maori, con cui pubblico proprio nel 2024 una “Biografia non convenzionale di Goliarda Sapienza”. Tengo workshop di scrittura online e in presenza, e realizzo contenuti sui libri per il mio canale YouTube Ima AndtheBooks.
Inoltre sono un’insegnante di Lettere della scuola media e gestisco con mio marito Salvo un centro di formazione artistica a Misterbianco, in cui ci occupiamo di danza, recitazione, musica e scrittura creativa.
Quando hai iniziato, aprendo il tuo canale youtube, a fare la booktuber?
Ho iniziato nel 2016. All’epoca c’erano già alcuni canali che avevano aperto la strada per questa forma di comunicazione e BookTube costituiva l’unica forma video per parlare di libri online. Ho iniziato per condividere una passione, ma con il tempo il canale è diventato una parte fondamentale della mia vita.
Il salone del libro di Torino XXXVI edizione: Instagram sì, Booktuber no. Puoi spiegarci la situazione?
Quest’anno nell’elenco dei Content Creator – a cui spetta l’accredito per l’accesso al SalTo – YouTube non è stato inserito. Può beneficiare del pass chi possiede un profilo Instagram da almeno 5k iscritti o un profilo TikTok da 10k. (Abbiamo riscontrato i criteri su esposti, leggendoli qui)
Il problema non è il criterio in sé, quanto l’esclusione di una fetta importante di content creator con community consolidate, persone che da anni divulgano gratuitamente contenuti culturali e contribuiscono in modo significativo a far conoscere e circolare libri. I contenuti degli altri social sono brevi e temporanei; una videorecensione su YouTube ha un lavoro di ricerca dietro e rimane su un canale per sempre, costituendo materiale consultabile in qualsiasi momento. La nostra community produce un archivio culturale stabile, per questo è imbarazzante che la nostra realtà sia stata ignorata.
Quanto è importante fare rete in un mondo sempre più virtuale e digitale, e dunque la presenza delle community al SalTO quali vantaggi apporterebbe?
I social sono i principali mezzi di informazione a cui sempre più spesso lettori e lettrici ricorrono per rintracciare suggerimenti di lettura. Credo che la nostra presenza sia imprescindibile, senza contare che è una forma di pubblicità importante per le case editrici. Noi, come community di BookTube, siamo consapevoli del nostro ruolo e del valore di fare rete, per questo abbiamo inaugurato nel 2024 il primo premio della community di BookTubeItalia, che punta a valorizzare autori e autrici nazionali attraverso un riconoscimento che verrà conferito nel mese di novembre, e che ci afferma come realtà culturale compatta e collaborante.
Come nasce la prima edizione del premio letterario BookTubeItalia?
Il premio letterario BookTubeItalia (Premio BTI) nasce da un’idea della community di BookTubeItalia con l’obiettivo di offrire un riconoscimento a libri pubblicati da autrici e autori italiani. La community è una realtà consolidata da anni nel panorama italiano e costituisce un punto di riferimento per migliaia di lettrici e lettori in cerca di poli culturali digitali in cui fare della lettura un momento non solo di arricchimento personale, ma anche di condivisione. A questa prima edizione del premio aderiscono trenta canali Youtube, che si riuniscono per contribuire al riconoscimento di libri significativi della nostra contemporaneità e definire la propria presenza in modo sempre più netto e coeso.
Il premio consta di tre fasi. Nella fase iniziale sono stati individuati i libri candidati, 14 testi italiani pubblicati nel 2023. Il 31 luglio un Comitato di lettura, composto da cinque canali aderenti all’iniziativa, comunicherà i tre finalisti, che verranno poi letti da tutti i partecipanti al fine di individuare un libro vincitore a cui verrà conferito il premio nel mese di novembre 2024.
YouTube è una piattaforma web di pubblicazione e condivisione di video, fondata il 14 febbraio 2005 e acquisita da Google l’anno successivo, è il secondo sito web più visitato al mondo, subito dopo Google. La situazione che si è venuta a creare riguardo i pass gratuiti al Salone di Torino, ha l’amaro sapore della discriminazione, non tanto riguardo le piattaforme di appartenenza dei content creator, quanto una discriminazione verso chi svolge un lavoro intellettuale, il che rende la situazione al limite del paradosso.
Il Salone Internazionale del Libro che si tiene dal 1988 è – come recita il copy – “la più importante fiera dell’editoria italiana”, come accade per molti eventi anche per il SalTO molta risonanza arriva grazie alla stampa, alle case editrici in esposizione, al clamore di presentazioni e conferenze e senza dubbio alcuno, molto attivismo lo fanno proprio i content creator. Infatti, chiunque può accedere al sito e scaricare un digitalKit contenente comunicati stampa, logo, locandine, tutto pre-confezionato su Canva e pronto per essere condiviso sui social. Va da sé, che è tutta pubblicità gratuita per l’evento, che i digital creator andranno a fare a vantaggio sì della cultura, ma è lavoro, lavoro non retribuito se non in visibilità. I Content Creator si impegnano, lavorano per realizzare video, contenuti, infografiche, recensioni e suggerimenti utili vari.
Il lavoro intellettuale richiede impegno, esercizio e preparazione. Il lavoro di chi scrive, realizza video contenuti, informazioni, ecc.. È lavoro. E non può essere sottovalutato. Condividiamo le parole della scrittrice Giulia Blasi:
“Da quando mi sono laureata ho fatto di tutto, cercando sempre di puntare verso quella che era la mia specificità: la scrittura creativa, la comunicazione, l’elaborazione di idee e di concetti. Non è una cosa che viene naturale, ma un’attività che richiede studio, allenamento, preparazione. Il lavoro intellettuale è questo: prendere le idee e renderle fruibili, pescare storie dal caos e farle diventare materia coerente.”