L’autonomia differenziata lede in particolare i cittadini meridionali in relazione ai loro diritti fondamentali. Questo è un fatto che però riguarda tutti gli italiani, perché lo sviluppo del Sud rimane fondamentale per il futuro dell’ intero Paese. Nessuno può pensare di salvarsi da solo.
Soprattutto per questa ragione resta invariato il “no” della Cgil di Catania al disegno di legge Calderoli e stamattina un nuovo incontro- seminario sul tema si è tenuto nel salone Russo di via Crociferi con l’Auser, l’associazione per l’invecchiamento attivo presente anche nel gruppo catanese de “La Via Maestra”.
L’iniziativa, che ha riscosso partecipazione e molti interventi dal pubblico, è stata coordinata da Nicoletta Gatto, presidente dell’ AUSER; ha introdotto i lavori il segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo. Sono intervenuti Maurizio Salustro, ex magistrato, Maurizio Caserta, docente UNICT di Economia. Ha concluso i lavori Giorgio Scirpa, presidente AUSER Sicilia.
Per il segretario generale De Caudo, la Cgil e le associazioni de “La Via Maestra” si “oppongono al Disegno di legge sull’Autonomia differenziata e il perché è chiaro da molti mesi: abbiamo motivo di credere che nei suoi effetti comprometterebbe la
stessa unità e identità del Paese, accrescerebbe i divari sociali tra i territori, soprattutto tra nord e sud, e disperderebbe in mille rivoli, indebolendole, le politiche sociali pubbliche. – specifica De Caudo- In parole povere scardinerebbe alcuni principi base della Costituzione e presterebbe il fianco alla svolta autoritaria del nostro Paese”.
Maurizio Salustro ha illustrato alcuni concetti base costituzionali, come i tre tipi di legislazione e i principi di autonomia finanziaria degli enti autonomi e altre procedure attuali, comparandoli poi ai cambiamenti che avverranno nel momento in cui il decreto legge Calderoli sarà approvato.
“L’ autonomia differenziata secondo la Costituzione può, ma non deve essere attribuita, al contrario di quanto sentiamo dire spesso in questi mesi – ha detto Salustro -. Si tratta solo di una facoltà. L’attribuzione dell’ autonomia viene dopo la determinazione dei “livelli essenziali di prestazione” (i Lep) e mentre oggi è in atto un meccanismo per la determinazione dei Lep non si prevede che il parlamento venga coinvolto. E mi chiedo se questo sia davvero in linea con i meccanismi nei poteri dello Stato. Non viola forse la legge?”
Per il docente universitario di Economia, Maurizio Caserta, in operazioni come queste bisogna chiedersi quale sistema di reali benefici ne conseguirebbe grazie all’autonomia differenziata. “Esattamente che garanzia abbiamo che una Regione italiana, rivendicando per sé la gestione della sanità o dei Porti, faccia meglio dello Stato? Che sia più efficiente e che spenda meno? Questo è un punto essenziale che va sollevato con forza. Se fosse vero potremmo garantire alla regione di svolgere quel servizio, poi estrarne il surplus e redistribuirlo. Ma secondo quale principio?
A questi interrogativi non è stata data alcuna risposta. Non se ne parla in modo esplicito”.
In conclusione, Giorgio Scirpa ha sottolineato che “il disegno di legge sull’Autonomia differenziata ci renderà tutti più poveri e il premierato affosserà la democrazia, perché rappresenta l’ esatto contrario del rapporto diretto con il cittadino. Con il disegno di legge Calderoli gli anziani resterebbero fuori da molte tutele sanitarie; oggi comprendono quello che sta accadendo ai loro danni ma forse non sono abbastanza certi che possiedono tutta la forza per chiedere di essere rispettati, senza delegare al potente di turno”.