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Il viaggio introspettivo di Donatella Turillo con il libro “Mamita sta bene”

Il viaggio introspettivo di Donatella Turillo con il libro “Mamita sta bene”

 

Sabato 11 Maggio 2024, presso il Palazzo della Cultura di Catania, è stato presentato il libro autobiografico della giornalista fotoreporter Donatella Turillo, numerosa la partecipazione del pubblico, che ha assistito all’intervento nel corso della presentazione di Roberta Giuffrida (Direttrice d’Orchestra jazz); Pietro Ristagno (Direttore Artistico Teatro Neon); Renato Lombardo (Operatore e produttore eventi culturali) e Carmela Sanfilippo che ha magistralmente interpretato la lettura di qualche pagina.

Dove ci porterà la nostra involuzione sociale e culturale?

È questa la domanda che Donatella Turillo pone a sé stessa ed anche ai lettori del suo primo libro “Mamita sta bene” (Algra Editore).

Una storia – come ha raccontato l’autrice – sedimentata nel cassetto della memoria, per 27 lunghi anni, prima di giungere alla decisione di pubblicarla.

Inizia a tradurre i ricordi sui fogli mentre si trova a letto affetta da Covid-19. Un periodo critico e drammatico – per tutti – il lockdown 2020 è stato per la giornalista un modo per curare corpo e anima attraverso la scrittura. E mentre il flusso dei ricordi si trasformava in pagine per i lettori, si chiedeva se la pandemia “…spazzasse via anche la nostra di civiltà? Forse gli unici viaggi che dovranno affrontare i futuri umanoidi per capire le tracce del nostro presente saranno metallici link virtuali…”

Il libro si apre con la dedica ai due figli Carola e Giordano, come una dote scritta di ciò che ogni essere umano possiede per affrontare le avversità della vita, ogni tanto ci si dimentica di quanta forza ed energia custodiamo nell’istinto di sopravvivenza.

La narrazione segue il flusso dei ricordi, inizia dal viaggio verso i Tropici, un viaggio compiuto nell’ottobre del 1999 con l’intento di recuperare serenità, risposte e soluzioni ai problemi che la attanagliavano a Catania.

L’autrice anticipa una sperata trasformazione, nel volo che attraversa l’Oceano Atlantico e nel viaggio, scrivendone a distanza di tempo e spazio il libro e la trasformazione, come per osmosi, contagia chi legge: “zaino a spalla e sete di sapere”. Si parte in esplorazione di sé.

“Arrivammo la sera, quella del 26 ottobre 1999 all’aeroporto di Cancun. Finalmente arriviamo ai Tropici, che fascino. La riviera Maya ci aspettava, una delle sette meraviglie del mondo era a due passi da noi: il misterioso Tempio di Kukulkàn, un luogo unico…”

Il viaggio in Messico diviene un viaggio di introspezione per questa “Chica Linda”, ma anche un viaggio nel tempo tra culture diverse, colori, suoni, profumi, cibi buoni, ed anche nei sorrisi scaturiti, a ritmo di musiche latine, contemplando l’infinito mistero dei popoli Maya.

Il senso di responsabilità e l’amore sono i sentimenti, che più di tutti, risaltano tra le pagine della scrittrice-giornalista-fotografa; non mancano le citazioni cinematografiche (come “Il Settimo Sigillo” di Ingmar Bergman e la partita a scacchi con la morte) e l’autoironia che insieme alleggeriscono il rimuginare delle importanti riflessioni.

“Easy Rider – Libertà e Paura, il paesaggio era simile, e anche lo spirito del viaggio in fondo lo era… O Thelma & Louise. A pensarci bene questi due capolavori cinematografici non hanno un lieto fine.”

Leggere “Mamita sta bene” è come partire gratis per la stessa avventura messicana, tutti insieme in un paesaggio dalle tinte calde e brillanti da sembrare catapultati in un affascinante quadro di Frida Kahlo, o arrampicati tra i 365 gradini della piramide Maya detta Castillo, a guardare il mare di vegetazione dall’alto. Donatella Turillo ha una scrittura che arriva direttamente al cuore delle emozioni, le si perdona la mancata consecutio temporum, come tratto distintivo di chi, per quel racconto ha lottato nuovamente con la paura della morte. La suspence e il coinvolgimento sono assicurati, sembra di stare insieme al bancone a bere tequila, mentre racconta di una tragicomica avventura… e mentre invita a recuperare il rapporto con la natura, mettendo da parte la mediazione dello schermo del cellulare per essere umani e abbracciare dal vivo amici e legami sentimentali.

Misticismo, superstizione, profezia, numerologia, astronomia, astrologia, medicina, matematica, sapienza, morte, resurrezione. Il tesoro culturale lasciato dai Maya, me li faceva percepire come una razza umana superiore venuta dallo spazio e tornata indietro, lasciando i posteri abitanti della terra nella miseria della loro ignoranza

Nell’intelligenza di un solo popolo, si concentrava il mistero della vita, forse anche della mia.”

Come scrive l’amica Roberta Giuffrida musicista regista, nella post-fazione di “Mamita sta bene” il lavoro di Donatella Turillo è la “perfetta orchestrazione di un concerto Jazz corredata di un inizio, svolgimento, climax, discesa ed epilogo, utilizzando come orchestrali in un dialogo musicale elementi come l’ironia, il cinismo, l’educazione civica, l’amore e il romanticismo. Ha messo dentro tanti di quei colori che hanno reso il suo racconto un viaggio del lettore dentro la propria anima.”

 “Piccola e fragile mammina, siamo insieme ancora una volta anche nelle nostre sventure, ma abbiamo superato sempre ogni difficoltà! Dai! Mammina dove sei? Rispondi! Mamma!”, continuavo a parlarle nella notte.