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Silent Book Party: Una Vita Senza Social è possibile?

Silent Book Party: Una Vita Senza Social è possibile?

C’è un nuovo trend che arriva dagli USA: il Silent Reading Party, che insieme ai ristoranti tech-free è già trend globale.

Un desiderio di disconnessione dal mondo digitale, sta dietro la diffusione di queste tendenze, già diffuse anche in Italia.

Anche a Catania, sono sempre più i locali e le librerie che promuovono eventi senza l’uso dei telefonini, eventi dove si ascolta musica, si intrecciano nuove amicizie, si disegna o declamano poesie estemporanee; si cerca di riprendere sane abitudini dimenticate, a favore di un nuovo modo di socializzare, ovvero quello tradizionale: guardarsi negli occhi e stringere mani per presentarsi.

I Silent Book Party invitano le persone a riunirsi in spazi condivisi per leggere in silenzio, ognuno immerso nel proprio libro. Dopo un’ora di lettura silenziosa ci si invita a parlare delle proprie letture individuali, per momenti di confronto preziosi. L’idea è semplice ma potente: creare una comunità di lettori che, pur condividendo lo stesso spazio, si dedichino alla lettura individuale, lasciando da parte smartphone, notifiche e altre distrazioni digitali.

Il fenomeno dei Silent Book Party è una risposta diretta all’effetto alienante dell’abuso degli smartphone, che spesso invade anche i momenti conviviali. Quante volte avete notato che attorno ad un tavolo di un pub, o ristorante, tutti i commensali fossero intenti a scrollare lo schermo dei cellulari? Ci si vede per trascorrere del tempo insieme agli amici, o per condividere tutti insieme uno scatto della tavola imbandita?

Un cambio di tendenza dunque, registra l’esigenza di riscoprire il piacere della lettura e la gioia di essere presenti nel momento, senza la necessità di condividere o documentare l’esperienza sui social network.

Parallelamente, negli Stati Uniti, TikTok si trova al centro di una controversia legale che potrebbe ridefinire il futuro dei social media nel paese. Una nuova legge, che richiede a ByteDance, la società madre di TikTok, di vendere l’app a un acquirente approvato o affrontare un divieto nazionale, ha sollevato questioni riguardanti la libertà di espressione e la sicurezza nazionale. TikTok e alcuni dei suoi utenti hanno intentato cause legali contro il governo statunitense, sostenendo che la legge viola i loro diritti di espressione, e che sia la causa di una degenerazione cognitiva nei giovani utenti, ormai costantemente distratti da una dipendenza da social.

Questi due fenomeni apparentemente disconnessi – i Silent Book Party e la battaglia legale contro TikTok – riflettono una tensione più ampia nella società moderna: la lotta tra la connessione costante e la ricerca di spazi non digitali. Mentre i Silent Book Party offrono un’alternativa alla vita online, la disputa legale solleva domande sul ruolo dei social media e sulla loro regolamentazione. Occorre ridefinire un nuovo bilanciamento tra vita online e vita offline.

La questione fondamentale è se una vita senza social sia ancora possibile o desiderabile. I Silent Book Party suggeriscono che c’è un desiderio crescente di disconnettersi e di ritrovare il piacere nelle attività offline. D’altra parte, la popolarità di TikTok dimostra che i social media continuano a essere una parte integrante della vita quotidiana per milioni di persone.

In conclusione, mentre la società valuta il bilanciamento tra vita digitale e non digitale, eventi come i Silent Book Party e le sfide legali come quella di TikTok saranno cruciali nel definire il futuro del nostro tempo libero e della nostra espressione culturale.

La risposta alla domanda “Una vita senza social è possibile?” potrebbe non essere un semplice sì o no, ma piuttosto un invito a riflettere su come scegliamo di connetterci e comunicare nel mondo moderno. Una via di mezzo può essere la scelta opportuna, consapevoli che “è la dose a fare il veleno” e un uso moderato del telefonino e dei social potrebbe favorire una maggiore serenità nelle proprie giornate, ritrovare il piacere di incontrare uno sguardo, favorire un sonno riposante e tenere sotto controllo l’ansia dell’essere costantemente reperibili e performanti nel digitale, a discapito della vita reale.