Catania – Ultimo giorno in scena, oggi 11 maggio per lo spettacolo Sulla morte senza esagerare, ideazione e regia di Riccardo Pippa con la compagnia Teatro dei Gordi.
Sul palco del Piccolo Teatro della Città, proprio ieri sera si è raggiunta la centesima replica di un tour che ha avuto inizio nel lontano 2016, come hanno riferito gli attori a fine serata. Nei giorni precedenti lo spettacolo è già stato apprezzato dagli spettatori siracusani, mentre gli spettatori catanesi applaudono dal 9 maggio questo omaggio alla poetessa polacca Wislawa Szymborska.
Lo spettacolo affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente, attraverso un uso non convenzionale di 10 maschere contemporanee. Infatti, gli attori in scena indossano delle maschere di carta pesta (ideazioni di Ilaria Ariemme su ispirazione dell’artista Otto Dix), la loro forza dunque, è tutta nella corporeità, nella prossemica, nei gesti.
In una terra di mezzo tra terreno e ultraterreno le maschere decadenti interagiscono strappando risate al pubblico, ed anche riflessioni profonde. Protagonista la Morte, imperfetta come gli esseri umani, cerca di adempiere al suo ruolo, non senza difficoltà: i vivi la temono, la rifuggono, altri la cercano, la sfidano, la invocano e in alcuni casi il gioco è a somma zero, in altri come per alcune cattive abitudini dure a morire, vedi l’ostinato tentativo della Morte Nera ad accendersi un sigaro tra un vuoto e l’altro c’è chi vince e chi perde.
La morte non può toglierci la vita vissuta, il suo potere è pur sempre limitato. Non ha gli ‘occhi per piangere’ la miserabile, eppure quelle cavità oscure messe a fuoco, con lacrime rubate, celano umana compassione. Eppure, anche la morte deve dar conto della sua operatività, il mobbing non risparmia neanche lei, la valigia pronta per l’imbarco è la notifica di licenziamento, forse verrà rimpiazzata per i troppi inadempimenti, certo è che la pandemia, i terremoti, le guerre ‘risolvono’ le pratiche più in fretta e senza alcun riguardo.
Lo spettacolo tratto dalla poesia Sulla morte senza esagerare, è un monito contemporaneo che mette in discussione il noto “L’unica certezza è la morte” – infatti, osserviamo i ritardi nel suo lavoro, gli imprevisti, i tentativi maldestri, i colpi a vuoto, così anche la morte si trova in conflitto con sé stessa. Come in una gara tra pompe funebri è la sfida a chi, tra una Morte Nera e una Morte Bianca alata (che riporta all’immagine di un celerissimo Asterix che ha assunto la pozione magica) si aggiudica il corpo da privare di vita e smascherare sia materialmente che metaforicamente. Ogni morte è personalizzata e ciascuna interviene con il proprio colpo di grazia: una morte conservatrice usa il sottofondo di musica tradizionale o classica, mentre l’altra si rifà al seducente jazz brasiliano.
Tra luci che si fulminano, immaginarie campane che suonano come una citazione ad Herman Hesse e a John Donne, lo spettacolo di Riccardo Pippa ci invita a guardare a noi stessi, la nostra, a volte sofferta, singolarità – come parte di un insieme. Nessun uomo è un’isola, travolti dalla “solitaria folla” alimentata dalla società della performance sempre più individualista, spesso lo dimentichiamo. Di immortale c’è una verità da tramandare: provare e usare empatia, finché siamo vivi restiamo umani.
CREDITI
ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Irene Ariemme
disegno luci Giuliano Bottacin
cura del suono Luca De Marinis
tecnico audio luci Alice Colla
organizzazione Camilla Galloni
distribuzione Monica Giacchetto
produzione Teatro dei Gordi, Teatro Franco Parenti