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Strategie politiche fallimentari: la siccità in Sicilia preannuncia un imminente catastrofe

Strategie politiche fallimentari: la siccità in Sicilia preannuncia un imminente catastrofe

La questione della siccità in Sicilia rappresenta una sfida ambientale di primaria importanza che negli anni ha richiamato l’attenzione delle autorità locali e nazionali. Di fronte a un fenomeno tanto complesso quanto dannoso, molteplici sono state le azioni politiche intraprese per prevenire e gestire le sue conseguenze. Ad oggi il rischio è che la terrà siciliana possa mutare in deserto vorrà dire che in questi anni sono stati più i fallimenti politici che i successi. Il Guardian si è interessato alle condizioni climatiche che attanagliano l’isola, lanciando una catastrofica previsione: “Parte del territorio siculo si trasformerà in un vero e proprio deserto”.

Sfide e successi delle politiche adottate

La gestione della risorsa idrica in Sicilia si è dimostrata una duplice sfida: da una parte, la necessità di coniugare l’urgenza di preservare l’acqua per scopi agricoli e al contempo soddisfare le esigenze della popolazione; dall’altra, la ricerca di soluzioni compatibili con la salvaguardia dell’ambiente. Tra i successi più significativi spiccano gli investimenti in tecnologie di irrigazione a basso consumo e la realizzazione di infrastrutture volte alla raccolta e alla conservazione delle acque piovane. Tuttavia, nonostante questi sforzi, la lotta contro la siccità rimane un campo in cui i risultati definitivi sono ancora lontani e le politiche attuate richiedono continui aggiustamenti. Ciò che manca è il tempo. La politica ha impiegato troppo tempo per evitare una situazione che ad oggi è presente e soprattutto devastante. Il rischio è quello di veder mutare i campi siciliani in deserti. Le politiche non hanno tenuto in conto, anche se avessero dovuto, quanto la situazione climatica sia fonte di problemi per l’ecosistema. Le temperature nel Mezzogiorno si sono alzate parecchio e se al nord Italia piove a dirotto, nel Mezzogiorno la pioggia è divenuta un miraggio. La Sicilia è nella morsa della siccità ormai da tempo. Mentre la politica sogna il ponte sullo Stretto, i cittadini assistono alla visione di laghetti e pozzi prosciugati, ormai colmi di fango come per esempio il Lago di Pergusa, in una Regione che ha toccato il proprio record di temperature tre anni fa, con 48 gradi. In questo 2024 le piogge sono diminuite del 40% e come se non bastasse tutto ciò, si aggiunge l’emergenza incendi e l’emergenza rifiuti.

Il futuro in Sicilia è catastrofico

E’ evidente che le strategie di prevenzione e gestione della siccità in Sicilia dovranno necessariamente evolversi nell’imminente. Sarà essenziale promuovere ulteriormente la collaborazione tra gli enti locali e nazionali e incoraggiare l’adozione di pratiche di consumo responsabile tra la cittadinanza. Inoltre, occorrerà investire in ricerca e innovazione per sviluppare nuove tecnologie in grado di ottimizzare l’uso delle risorse idriche disponibili. La risposta a queste problematiche richiederà un impegno costante da parte della politica. Bisognerebbe che Destra e Sinistra si unissero realmente, una volta per tutte, per recuperare una situazione che ha necessita di una immediata soluzione.