Da secoli sorregge la Sicilia, con la sola forza delle braccia, e non la fa affondare in mare – almeno questo è ciò che si narra ne “La leggenda di Colapesce”.
Da cinque anni la leggenda riprende vita sull’Isola di Capo Passero, era il 2020 quando l’autrice e regista Gisella Calì (una produzione di FiatLux 2.0) mette in scena, nella Fortezza Spagnola, “Colapesce – La leggenda sull’isola”, in replica tutti i fine settimana estivi fino al 1 settembre 2024.
La curiosità verso uno spettacolo giunto oltre alla 170ma replica ha contagiato anche noi di Gaglioweb.it, che abbiamo assistito così alla quinta edizione, consapevoli che ogni anno la regista e gli attori apportano delle variazioni con nuove scene.
Siamo nel 1860, ad un passo dall’Unità d’Italia, nell’Isola di Capo Passero a Portopalo (Sr), nessun dispositivo digitale inquina l’atmosfera. Preventivamente e con molto garbo è stato fatto divieto agli spettatori di scattare fotografie e riprendere immagini video dello spettacolo. Come fare con le sole parole a descrivere una magia multisensoriale, dunque?
Una piccola imbarcazione trasferisce gli spettatori dalla terraferma all’Isola di Capo Passero in meno di 5 minuti, tanto quanto basta per distaccarsi dalla dimensione nota ed entrare nelle vesti di esploratori occasionali in un percorso battuto di 15 minuti. Il sole è ancora alto, ma la brezza marina attenua la calura e accende la curiosità nei volti di chi, come noi, procede tra la vegetazione spontanea e le palme nane che popolano l’isolotto. Poche tracce di civiltà, nessun cavo di energia elettrica e intorno all’isola tutte le sfumature del mare e qualche imbarcazione a vela.
L’accoglienza è calorosa e garbata, il pubblico verrà chiamato ad essere complice degli attori, esortato a seguire gli stessi in tutte le indicazioni. Così ci sentiamo tutti coinvolti e responsabili del risultato. Decidiamo di osservare a 360 gradi ciò che accade, inclusa la reazione negli sguardi degli spettatori, come specchio di uno spettacolo interattivo di incommensurabile stupore.
Canti e danze popolari, aprono “il sipario” di un villaggio siciliano di pescatori di fine ‘800, in cui si racconta la storia di Nino, il “figlio del mare”. La cantastorie ‘zza Mara – Laura De Palma – coinvolge adulti e bambini suonando la chitarra. L’apprensione della madre di Nino (Grace Previti) sarà il filo conduttore di tutto lo spettacolo, da preoccupazione diverrà follia, vittima com’è di un duplice abbandono, perché esattamente come narra la leggenda, di Nino – Colapesce si perderanno le tracce.
Le filastrocche antiche fanno eco nei girotondi di giovanissimi attori, tramandando usi, costumi, canti, cialome, ambientate in una vecchia tonnara immaginata grazie alla narrazione. I lati della Fortezza come diorami, gli spettatori invitati a girare intorno ad essa per assistere alla scena successiva, 60 attori si alternano e moltiplicano nella riproduzione di scenari immaginari.
L’ opera dei pupi dei Fratelli Napoli ci riporta al 1200, con Federico II di Svevia, e siamo tutti grati a Colapesce, che regge una delle tre colonne – quella crepata – evitando così il collasso della Sicilia. Antichi riti e litanie di un tempo scandiscono la speranza dell’arrivo dei tonni per non morire di fame, la successiva mattanza e la festa a cui partecipiamo tutti in cerchio come una danza. Un affascinante patrimonio culturale, tramandato oralmente, quasi scomparso e qui recuperato, per incantare noi spettatori.
Rintracciamo commozione in più di uno sguardo lucido, rapito dalle scene, come quando la madre di Nino Colapesce svela il tradimento del mare, che rapisce e neanche restituisce i corpi; o nella lotta di classe dei pescatori subissati dalle tasse sul sale, come sulla parola… guai a fiatare! Il Rais (Ivan Giambirtone) ascolta le lamentele e modera gli animi. Alcune battute tra il brigadiere (Costantino Valvo) e il maresciallo Gaspare Diamante (Cosimo Coltraro) donano ironia e ilarità, smorzando la tensione, subito recuperata dal Generale (Emanuele Puglia), che ligio al suo incarico per riportare ordine, spara tradimento sul più fragile.
Perseguitati i disertori, senza alcuna forma di immedesimazione e indulgenza: è la legge! E non si può sorvolare sulla legge e la giustizia. Qui muore, ancora una volta, l’ideale: che la legge sia uguale per tutti, giacché spesso si accanisce sugli innocenti o sulla povera gente. La Legge è l’alibi per i soprusi, per sottomettere i vinti verghiani come i zolfatari e i Malavoglia; così uomini e donne di terra e mare sono uniti nella lotta di classe. L’Unità d’Italia è alle porte, ma poco cambia per i pescatori. La libertà è un inganno, come denuncia il fantomatico forestiero Ignazio Florio (Michele Perrotta) venuto a riscattare i pescatori, ma chi non lotta non vince, chi non spera dispera e non mangia.
Come in una pesca a strascico si calano le reti sugli spettatori all’interno della Fortezza Spagnola che profuma di incenso (forse diffuso anche per contrastare l’atto incendiario vandalico dei giorni scorsi), la mattanza ha inizio e siamo tutti in trappola pescatori e spettatori, nella trappola della mistificazione sulla giustizia tanto blasonata nelle parole del Generale, che sotto la divisa dell’arma e le decorose medaglie nasconde un passato da codardo.
Danza, canto, musica, recitazione, drammaturgia, teatro dei pupi, inseriti nel contesto suggestivo dell’Isola di Capo Passero diventano il linguaggio, per narrare anche le zone d’ombra della Storia, come una “Spoon river” tutta siciliana, che attraverso gli abili attori fa riemergere le voci dimenticate, la sofferenza e attraverso le litanie l’eco del mare, che di storie sui pescatori e tutti coloro che periscono, chissà quante ne potrebbe raccontare. Inevitabile la connessione ai migranti che arrivano sui barconi, ai naufraghi, ai dispersi, senza patria né riscatto, il mare inghiotte le loro vite senza restituire neanche i loro nomi. Tra mistificazione e riscatto, il successo dello spettacolo immersivo è pienamente confermato da ogni “Sold Out” e le recensioni entusiaste sulla pagina Facebook registrano l’esperienza culturale arricchente .
“Arrivare alla quinta edizione – ha spiegato Gisella Calì, che ha scritto e diretto la performance e che supervisiona ogni scena dall’alto di una finestrella sulla torre – per noi è un traguardo meraviglioso, quasi inaspettato.
Infatti, quando questo viaggio è cominciato, non avremmo mai immaginato di poter raggiungere un lustro e tante soddisfazioni, fatte soprattutto di partecipazione e riconoscimenti da parte del pubblico.
Ogni anno abbiamo lavorato tanto, impegnandoci sempre più ad arricchire l’esperienza e mantenere viva la magia della leggenda, puntando ad offrire un’esperienza immersiva totalizzante che trasportasse gli spettatori in un’altra epoca e in un altro luogo.
Non è stato facile, perché Colapesce, la leggenda sull’isola è una macchina complessa e impegnativa che coinvolge attori, performer, musicisti, organizzatori, sponsor e partner istituzionali, tutti uniti dalla passione per la cultura, l’arte, la storia e le tradizioni siciliane. Ma stando alle reazioni dei nostri spettatori e all’affetto che ci hanno dimostrato nei primi 4 anni, vuol dire che la strada è quella giusta: raccontare storie per parlare dritti al cuore e all’animo”.
Sessanta tra performer, musicisti, cantanti animano “Colapesce, la leggenda sull’isola”, emozionando il pubblico. Di seguito il cast al completo di Colapesce 2024
Gli attori:
Michele Perrotta, Emanuele Puglia, Cosimo Coltraro, Ivan Giambirtone, Laura De Palma, Grace Previti, Raniela Ragonese, Alberto Abbadessa, Alessandro Chiaramonte, Christian Benfatto, Costantino Valvo, Gianluca Costanzo, Valeria Panepinto, Mariachiara Di Giacomo, Damiano Spitaleri, Cindy Cardillo, Alba Donsì, Francesca Coppolino, Gabriella Caruso, Vera La Rosa, Mario Mannino, Melania Catalano, Gloria Cipriani, Beatrice Mazzeo, Mariagrazia Dell’Ali, Corrado Nicastro, Riccardo Caruso, Vincenzo Leone, Carlo Napoli, Ginevra Napoli, Anna Famoso, Luna Sapio Cardillo, Giuseppe Costanzo, Enrico Cipriani, Alfio Pulvirenti, Federica Musumeci;
I musicisti:
Luigi Luca, Flaminia Castro, Marco Genovese;
I pupari:
Davide Napoli, Dario Napoli, Marco Napoli, Giacomo Anastasi, Roberta Laudani, Martina Sapienza;
Le liriche e le musiche sono di Daniele Caruso, coautore musicale Fabio Privitera, le canzoni popolari di Laura De Palma, gli arrangiamenti Marco Genovese e Flaminia Castro, le coreografie di Francesco Torrisi e i costumi Rosy Bellomia.
Colapesce – La Leggenda sull’isola è patrocinato dal Comune di Portopalo, e nel corso delle prime 4 edizioni dall’assessorato regionale ai Beni culturali e all’Identità Siciliana, dal distretto turistico del Sudest, dal Distretto turistico antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia, dall’Assemblea regionale siciliana, dall’assessorato regionale al Turismo, dal Museo internazionale delle marionette “Antonio Pasqualino” di Palermo ed è sostenuto dalle più importanti realtà imprenditoriali del territorio.
Nel 2023, inoltre, è stato inserito dall’assessorato della Regione Sicilia, alla Pesca del Mediterraneo e all’Agricoltura tra gli eventi più importanti di promozione del territorio, finalizzati a sensibilizzare ed informare sulla tutela della pesca e dell’acquacoltura, incuriosire il pubblico attraverso eventi e iniziative di grande impatto scenico e mediatico e sfruttare i linguaggi moderni e la comunicazione visiva.