Venerdì 9 agosto a Taormina ha avuto luogo l’evento che fa parte della programmazione della stagione 2024 del Festival Lirico dei Teatri di Pietra. A regalare forti emozioni sono stati importanti artisti della scena lirica internazionale.
Quella di Turandot è l’ultima opera di Giacomo Puccini, incompiuta. Si tratta di una storia fiabesca ambientata a Pechino, in Cina, su libretto di G. Adami e R. Simini, tratto dall’omonima fiaba di C. Gozzi.
Il capolavoro di Puccini, suddiviso in tre atti, narra la storia di Turandot, principessa della Cina, che, per vendicare un torto fatto ad una antica ava, costringe i suoi nobili pretendenti a sottoporsi alla prova di tre enigmi: gli sventurati, indovinando gli enigmi, avrebbero avuto in premio la principessa, ma in caso contrario sarebbero stati decapitati dal boia.
Ben 12 nobili subirono tale pena, ultimo il principe di Persia, per il quale il popolo invano chiese la grazia, fino alla venuta di Calaf, principe straniero, che indovinò i tre enigmi. Di fronte alla disperazione di Turandot, il principe straniero le offrì una possibilità: se avesse scoperto il suo nome entro la mattina del giorno successivo la principessa avrebbe ottenuto la sua morte. Tutta la notte ai sudditi del regno, fra i quali i tre ministri Ping, Pong e Pang, fù vietato dormire, per cercare di scoprire il nome del principe straniero.
I tre ministri, che prima delle prove degli enigmi avevano narrato la triste fine degli altri nobili cimentatisi, ed erano impegnati a preparare i due cerimoniali alternativi (le nozze o il seppellimento), cercheranno di carpire il nome dallo stesso principe ma invano. Solo Liù, la dolce schiava del saggio tartaro Timur, padre di Calaf, spodestato dal trono, conosce il nome del principe, ma non lo dirà neanche sotto tortura, anzi lei stessa si darà la morte.
Un’opera magnifica nella sua interezza che ha trasmesso passione al pubblico grazie al cast internazionale con il soprano italo francese Christelle Di Marco, che ha interpretato la principessa; Altoum, suo padre, imperatore della Cina interpretato da Pietro Di Paola, il possente timbro di Eduardo Sandoval ha interpretato Calaf, mentre la professionalità di Elena Mosuc, ha interpretato la dolce e coraggiosa Liù. L’Opera ha trasmesso incanto, grazie alla Mise en Espace di Salvo Dolce, Maestro concertatore, al direttore Filippo Arlia, alla sontuosità vocale del Coro Lirico Siciliano diretto dal Maestro Francesco Costa e dell’Orchestra Filarmonica della Calabria. Ad interpretare Timur è stato Viacheslav Sandoval, mentre Ping, Pang e Pong sono stati interpretati rispettivamente da David Costa Garcia, Federico Parisi e Davide Benigno. Il principe di Persia è stato interpretato da Tonino Romeo, un mandarino Antonino Giacobbe, prima ancella Leonora Ilieva, seconda ancella Antonella Leotta.
Il Coro Lirico Siciliano, composto per l’occasione da 100 elementi, ha travolto il Teatro di Taormina con sonorità corali di una bellezza straordinaria, amplificate dalla presenza del Coro di Voci Bianche “Note Colorate”, diretto dal maestro Giovanni Mundo.
Quella del Teatro Antico è certamente una location che toglie il respiro e che ha contribuito al successo dello spettacolo. Alle spalle del Teatro si può ammirare il mare ed il gioco delle luci in scena, creare dal maestro Gabriele Circo, ha creato l’atmosfera più adatta in relazione al tipo di rappresentazione. Un gioco di luci, di suoni e di acuti che hanno incantato gli spettatori.