Da pochissimi giorni è uscito in digitale e in radio “Hitchcock Cameo”, nuovo singolo del cantautore Cappadonia. La traccia è stata anticipata da “Dorian Gray” e inaugura Elefante Rec, nuova etichetta fondata dallo stesso artista in collaborazione con Brutture Moderne.
Hitchcock Cameo è la storia di chi non riesce più a entrare in sintonia con il presente e soprattutto col futuro. “Il rifugio in un mondo post pandemico – dice l’artista – e in guerra può essere solo l’arte e la cultura, unico mezzo per avere meno paura del futuro. La dissolvenza in entrata e il protagonismo dell’organo Hammond collocano immediatamente il brano in un contesto onirico lontano dallo spazio e dal tempo attuale”.
Gaglioweb ha avuto l’occasione di porre qualche domanda a Cappadonia.
Hitchcock Cameo, insieme all’altro singolo Dorian Gray, fanno parte di un nuovo progetto musicale?
Nessun nuovo progetto, sono due canzoni che avevo voglia di pubblicare senza dover buttare via nel web un nuovo album.
Questi singoli lasciano trapelare la raffinatezza della tua scrittura, quali sono gli eventi di vita che ti ispirano quotidianamente?
Il conflitto tra le vette che l’umanità è in grado di toccare con l’arte e la barbarie quotidiana.
Come ha influito il tuo trasferimento a Bologna nella tua carriera e quanta Sicilia ti sei portato dietro nel tuo percorso?
Bologna è la città in cui vivo da 20 anni. Mi ha formato e mi ha dato tanto, l’ho vista cambiare parecchio da quando ero ragazzo, ma qui ho fatto i miei incontri più importanti, sia per il lavoro sia per la sfera personale. La Sicilia, a parte l’accento, mi ha lasciato ben poco.
La tua scrittura è molto legata al cantautorato italiano ma nella tua carriera hai avuto la fortuna di essere opening act per delle leggende internazionali come Johnny Marr e Andy Bell. Prima di questi live avevi già avuto influenze estere?
Ho avuto la fortuna, l’unica forse, di essere stato adolescente negli anni 90, quindi sono cresciuto con l’esplosione del Britpop e delle chitarre nel mainstream. Sono da sempre stato più legato alla musica inglese che a quella italiana, e avere avuto l’opportunità di suonare insieme a Johnny Marr e Andy Bell è stata sicuramente la cosa più gratificante che mi sia successa.
Di Gloria Vincenti