Catania – è andato in scena per due sere consecutive, il 16 e il 17 novembre, presso il Teatro Bis di via G. B. De La Salle, lo spettacolo “Resti in attesa” da un’idea di Sofia Russotto con la regia di Michele Eburnea.
Sul fondale la proiezione dell’ecografia di un feto, una donna con la testa di una rana, seduta in una sedia aspetta. Entra in scena un uomo dalla testa di cavallo, è il suo compagno: iniziano a discutere, ma le scaramucce durano poco, infatti li interrompe un bizzarro ‘coniglio bianco’ che guarda costantemente l’ora sullo schermo.
Un palese richiamo all’opera di Lewis Carroll “Alice nel Paese delle Meraviglie”, ma sono diverse le citazioni ai classici, che noi di Gaglioweb.it abbiamo intercettato durante l’eccellente performance degli attori, ai quali si aggiungono una volpe col tailleur e infine un topo palestrato. Cinque anime estranee attendono in una sala, che la voce dell’interfono chiami il loro nome.
La quarta parete è un’immaginaria porta chiusa, che ciascuno di essi vorrebbe attraversare per risolvere l’urgenza.
Il clima di educazione e rispetto inizia a surriscaldarsi man mano che l’attesa si allunga, una dispettosa voce metallica annuncia un sadico imprevisto: il professore potrà accogliere solo uno di loro, la difficoltà è nel trovare un accordo civile.
Così la placida arcadia di 5 uomini e donne mascherati inizia ad entrare in confidenza, mostrano il loro volto, si espongono in narrazioni utili a prevalere, arrogandosi un diritto di precedenza sulla scorta di un mucchio di menzogne, che di fatto non muovono nessuna pietà.
Il disvelamento del vero sé di pirandelliana memoria, non è che un’altra comparsa farsesca.
“Siamo tutti vittime della cortesia” dichiara uno degli attori, mentre un contatore sullo schermo denuncia 281 vittime dell’ennesimo bombardamento. Improvvisamente gli attori si liberano in una danza, flettono i loro corpi sotto i colpi di invisibili mitragliatrici, si tenta di schivare i proiettili a ritmo di musica, una performance dall’impeccabile coreografia entusiasma gli spettatori.
Il contatore richiama alla memoria il 2020 e l’anno della pandemia, quando i bollettini di guerra dei telegiornali ci restituivano il numero dei contagi e dei deceduti da Covid, un periodo drammatico per gli artisti e il mondo dello spettacolo. Il lockdown ha ispirato molte compagnie nella scrittura di nuovi spettacoli, non sappiamo se “Resti in attesa” sia uno di questi, giacché i conflitti e i bombardamenti in Palestina e in Ucraina non si sono, purtroppo ancora conclusi. Tra conflitti mondiali e individuali i nostri attori iniziano a perdere la pazienza, l’attesa si fa sempre più lunga.
A dirimere la questione su chi attraverserà la porta per vedere il professore potrebbe essere un gioco: una terapia di gruppo messa in scena davanti alla videocamera accesa. Nell’era dei social specchiarsi di fronte a un pubblico di follower potrebbe restituire umanità? Verrà fatta luce sulla verità e sulle fragilità di ciascun attore? Tra coming out e confessate dipendenze patologiche, Samuel Beckett risponderebbe che forse, domani arriverà: la speranza verso una soluzione, verso l’attesa verità non si spegne. Siamo certi che “Resti in attesa” andrà in scena e in tour in tante altre città, non fatevi sfuggire l’occasione per riflettere e divertirvi al tempo stesso. Al Teatro Bis, con la produzione di Buio in Sala, il pubblico ha applaudito entusiasta.
L’attore Michele Eburnea si è messo in gioco come regista in questo spettacolo ideato da Sofia Russotto, un talento promettente che sfida il sistema teatrale nella ricerca di nuove drammaturgie di confronto e dialogo culturale. Una generazione orfana di padri e miti da seguire si scommette e autofinanzia affinché il teatro e l’arte continuino a far da ponte tra gli spettatori nel mondo.